lunedì 2 aprile 2012

quasi come pensavo




Un anno fa, la mia mamma ha tirato fuori dalla spazzatura il test di gravidanza negativo per farne l’immagine di questo blog.
Aveva bisogno di un luogo dove fissare le tappe del suo percorso, dove specchiarsi e riprendere coraggio.
Insieme al mio quasi papà Daniele ha imparato a desiderarmi e ad  aspettarmi.
All’inizio era  solo un rifugio segreto per poter parlare di me anche quando non sapeva dove fossi.
Poi, ha incontrato tante persone speciali alle quali vuole ora molto bene.


Quasi incinta vi saluta ma potrete seguire le mie nuove avventure in QUASI COME PENSAVO, poiché la mamma -quando ero dentro la sua pancia- pensava sempre a come sarebbe stato vivere con me

littlefish  ;-)

venerdì 23 marzo 2012

fuori programma



Doveva essere una cena tranquilla a casa della mia amica Cinzia.
Vellutata di zucchine e omelette con cuore di bufala e crema di piselli.
La piccola Silvia prima di andare a letto mi aveva consegnato il ritratto di littlefish e un po’ mi ero commossa guardando quel bambino creato dalla sua fantasia.

Sono circa le 22.
Prima di mangiare il dolce mi alzo per andare in bagno.
Due secondi di pipì e poi sento le acque, inequivocabili, scendere in picchiata.
“Noo, non mi vaaaaa!” E’ la prima cosa che esclamo.
Mi rendo conto che il countdown è partito.. che non posso andare di là, mangiare la mia fetta di torta e tornarmene a casa a dormire.
Chiamo Daniele.
“Guarda, sono scuuure!” Lui cerca di tranquillizzarmi “ma no.. appena”
Ci raggiunge Cinzia “Forse hai solo perso il tappo mucoso”
Arriva un’altra ondata…macché tappo mucoso! E’ ufficiale: mi si sono rotte le acque.
Devo andare in ospedale.. cacchio la valigia.. ehm, sì è quasi pronta.
Riaffiorano le parole dell’ostetrica al corso preparto “Acque chiare: fatevi una tisana, una doccia e poi con calma venite in ospedale. Acque scure o sangue: venite subito”
Subito, d’accordo.. prima però voglio farmi controllare il collo dell’utero nel pronto soccorso più vicino.

Cinque minuti dopo sono già al reparto di ginecologia.
Il medico di turno mi visita, dice che il collo è ancora chiuso. Mi fa fare un monitoraggio.
Scrivo un sms a Claravu.
Mi chiama Cinzia, è agitata.. vuole sapere cosa mi hanno detto.

Torna l’ostetrica. Dice che devo continuare il monitoraggio poiché il bambino si è addormentato.
Uff  ma è passata quasi un’ora. 
Chiamo il mio ginecologo per informarlo della situazione. “Ma che fa ancora lì?”
Giusto, che ci faccio?
Chiamo il personale medico e dico che ho fretta di raggiungere il mio ospedale, che firmo
quello che vogliono ma che devo uscire da lì.

Bisogna passare da casa per prendere la valigia.
Non posso muovermi dal sedile reclinato della macchina. Ogni piccolo spostamento genera le cascate di Iguazù, perciò tocca a Daniele entrare in casa e cercare le ultime cose da mettere in valigia.
Collegati tramite cellulare, lo guido come in un format televisivo alla ricerca degli oggetti mancanti.
Dieci minuti dopo è di ritorno con due valigie: una per me , una per littlefish.

“Chiama tua madre” mi dice mentre mette in moto.
“EEh? Perché? No, non mi va.. poi magari non dorme tutta la notte. Che senso ha? La chiamo domattina”
“Allora chiama tuo fratello!”
“Uff no.. non mi va di sentire nessuno, è ancora presto per dare notizie. Aspettiamo di arrivare in ospedale”
Lui pare assecondarmi e invece inserisce l’auricolare e chiama mio fratello.
Poco dopo, ovviamente, mi chiama al cellulare mia madre.
La tranquillizzo“Tutto bene.. adesso non stare sveglia tutta la notte eh?”

In 35 minuti arriviamo a destinazione.
Ci fanno accomodare in una stanzetta unmetroperdue. La dottoressa che mi visita non ha una bella espressione. Bisbiglia qualcosa alle colleghe e poi se ne va.
Mentre l’ostetrica di turno mi sistema sull’addome le sonde del cardiotografo, entra una tizia a chiedermi a che ora ho finito di mangiare.
“Alle 10”
“Cosa ha mangiato?”
“Vellutata di zucchine e omelette con piselli”
“Ecco perché il bambino ha fatto la cacca!”
Immagino che stia scherzando, eppure comincio a pensare seriamente che littlefish dopo 9 mesi di zucchine non ne potesse più.
Entra una dottoressa accompagnata da altre due ragazze “Allora, signora è pronta ad andare in sala?”
Ha uno sguardo strano. Sorride come se mi stesse invitando a prendere un caffè.
“In sala dove? Tipo cesareo?”
La dottoressa ride “Sì, sì tipo cesareo”
Gasp! Mi sembrava, in effetti, fosse quella l’aria.
Arriva il mio ginecologo. Dà un’occhiata al tracciato e conferma la necessità di un cesareo d’urgenza perché il bambino sta andando in sofferenza.
Va bene, non c’è mica da agitarsi se tra mezzora mi troverò con le budella di fuori… la cosa importante è che littlefish non soffra.
Mi dispiace solo che Daniele non possa assistere al parto, aveva studiato così tanto!
L’avevo istruito su tutto quello che non bisogna dire a una donna che sta partorendo, minacciando di cacciarlo dalla sala travaglio se si fosse sbagliato ;-)

Entrano due infermieri.
Devono farmi al volo un ECG ed io anziché preoccuparmi delle mie tette prossime al vento, mi imbarazzo per la t-shirt di Homer Simpson che ho sotto il maglione.



Dopo il tracciato, una ragazza armata di rasoio mi prepara per l’intervento.
Esco nel corridoio, saluto Daniele da sotto le coperte. Non è la prima volta che mi vede entrare in sala operatoria.

Ecco ci siamo. In sala è tutto pronto. L’anestesista sta per effettuare la spinale.
“Sentirà un formicolio nelle gambe” mi dice.
Qualche minuto dopo arrivano le formiche, di seguito non sento più le gambe.
 “Ok” dico tra me “Potete partire”.
Sono abbastanza tranquilla, se non altro perché dall’altra parte del telo c’è il mio ginecologo.
Mi sento in buone mani.
Eppure l’opzione cesareo mi ha colto di sorpresa.
Mmmh.. non so una cippa di come avvenga quest’intervento.. ed io sono una che passa al setaccio il web prima di fare qualsiasi cosa!
Beh, è inutile pensarci ora.. cerchiamo di rilassarci.
Me ne sto a pancia aperta seguendo attentamente i discorsi del mio medico e dell’ostetrica. Cerco di captare un dettaglio che mi faccia capire a che punto siamo.
Quando avverto la mia pancia scollarsi di colpo dal resto del corpo, littlefish è già fuori a emettere il suo delicatissimo “uaa”.
Ok, è fatta. Ce l’abbiamo fatta.

Intanto quei due là dietro il tendone continuano a ravanarmi dentro.
Non mi sento tanto bene. Ma come.. non sono anestetizzata?
Mmmh mi sto un po’ agitando.. accidenti non dovrei sentire male.
Ehi, laggiù qualcuno venga ad aumentarmi la dose di camomilla!
Arriva l’anestesista, mi spara giù qualcosa di forte e poi dice alle colleghe “Portateglielo per farla distrarre”
E’ così che mi trovo faccia a faccia con littlefish.
 “Ciao” è la prima cosa spontanea che mi viene da dirgli.
Lo guardo.
“Le dia un bacetto” mi dice l’ostetrica che lo tiene in braccio.
Le mie labbra si posano su quella guancia nuova di zecca. Quanto è morbida!
“Adesso lo portiamo via, perché qui fa freddo, va bene?”
Va bene, va bene.. che qui mica abbiamo finito ancora.
Guardo a sinistra. Riflessi sulla parete scorgo medico e ostetrica mentre mi risistemano dentro i pezzi.
Mi cade l’occhio su un asciugamano bianco. E’ completamente insanguinato. 
Ok, mi giro dall’altra parte.. è meglio.

Finalmente fuori, nel corridoio che porta al reparto di ginecologia, incontro Daniele.
Lui ha il sole negli occhi “Tesoro, hai fatto un capolavoro!”
“Ah, l’hai visto?”
Mi dice che l’hanno già portato nella nursery, che lo terranno un paio d’ore nella culla termica.
Quando arrivo in camera sono esausta e tremo dal freddo. So che la nottata sarà lunga e difficile.

Quello che non so è che Daniele è ancora lì davanti al vetro della nursery.
E da solo, mentre tutti dormono, si guarda quel capolavoro.





venerdì 2 marzo 2012

GRAZIE

littlefish dopo solo 15 ore dalla nascita


E così littlefish ha deciso di arrivare a sorpresa nella notte tra giovedì e venerdì 24 febbraio.
(Ora esatta 01.18)
Dedico a Mela questa fotina (tanto richiesta ;-) e a tutte le altre che si sono preoccupate per noi in questi giorni.. e che ci hanno riempito di gioia con i loro affettuosi auguri.
Ringrazio in modo particolare il mio ginecologo che seppur non fosse di turno in ospedale mi ha raggiunto in breve tempo e fatto sentire - durante tutto l’intervento- in buone mani.

A voi bloggeramiche prometto di rifarmi viva presto.. con più dettagli e con lo stesso desiderio di condividere quest’avventura meravigliosa che mi è capitata..



lunedì 20 febbraio 2012

Déjà vu


Qualche giorno fa ho riletto i miei vecchi post.
Penso che, ogni tanto, faccia bene sintonizzarsi con la ragazza che camminava  sul sentiero dei ma e dei se.
Specchiarsi nelle sue parole, nelle speranze.

Quando sono arrivata a leggere il post del transfer ho visto lei.
La donnina col pancione che mi guardava seduta sul cornicione.
Mi avevano appena chiamato dalla sala operatoria.
“Signora.. noi siamo pronti, può salire”
“Ok” dissi, ma guardando fuori dalla finestra della mia stanza, mi chiesi perché fosse saltato il colloquio informativo con la biologa.
Perché nessuno mi aveva detto quanti embrioni avrei accolto dentro di me?

In quel momento comparve la donna nuda col pancione
L’impressione che ebbi guardandola in quella posizione fu che la mia gravidanza fosse in bilico.
Tuttavia quel sorriso era così intenso, rassicurante.

L’immagine di quella donna mi ha accompagnato fino al giorno delle beta e poi ancora durante il primo trimestre. E’ stata la rappresentazione perfetta delle mie paure inconsce.
Sempre in bilico ma col sorriso.


Quando l’altro giorno l’ho rivista… ho pianto.
La sensazione di specchiarsi nel suo pancione era così forte che sembrava mi dicesse ”Visto?.. sei diventata come me!”

Forse, adesso che il parto è vicino, ho bisogno ancora una volta del suo sorriso.
Credo che mi accompagnerà per quest’ultimo tratto, rassicurandomi come ha fatto in questi nove mesi.. poi mi saluterà. Ci diremo addio.
Probabilmente non sarò mai più incinta, il mio viaggio termina qui.
Per questo non ho fretta di vedere il mio bambino.
Ora che ho oltrepassato la 38 settimana, vorrei vivere gli ultimi giorni di gestazione come non sono mai riuscita a fare prima. Con tranquillità, anzi..con un sentimento ancor più difficile da provare interamente: la felicità.
Sì, questa settimana voglio essere felice. Voglio sentire vibrare la vita dentro di me, senza paure.



Poi sarò pronta per abbandonare questa dimensione magica e superare il traguardo.






lunedì 13 febbraio 2012

What's up?

I primi sintomi del ciclo sono arrivati sabato notte. Il classico mal di reni che si estende raggiungendo l’addome.
Apro bene le orecchie per captare  altri segnali di allarme.
No, solo quella sensazione vaga dietro la schiena, come quando, oltrepassato il picco ovulatorio capisci che tra una decina di giorni ti arriveranno.
Non riesco a riaddormentarmi, penso sia meglio vigilare visto che dall’altra parte del letto, Daniele se la dorme beato. Eh eh mi piacerebbe fargli uno scherzo..”Teesooroooo, mi si sono rotte le acqueeeee!”
Prima o poi capiterà sul serio… ma credo non avrò voglia, allora, di fare tanto la spiritosa.
Passa un’ora,  forse due.. arriva un sms.
Ore  6:46, così presto può essere solo Clara.
“Always believe that something wonderful is going to happen”
Oddio, davvero?.. cioè tra poco arriveranno le contrazioni e io entrerò nel bel mezzo di un meraviglioso travaglio?
Non farti suggestionare, è solo una delle bellissime frasi che , ogni tanto , ti manda dallo Yoga  Institute .

Difatti la mattina trascorre tranquilla così come il pomeriggio.
Daniele si è preparato la valigia ed è uscito verso le 17. Deve andare in TerraIkea non a montare mobili ma per un altro genere di lavoro.
Lo prendo in giro mentre lo saluto sulla porta. “Stasera dopo essere arrivato in aeroporto, preso il trenino che ti porta in albergo, posato la valigia in camera..ti telefono e ti  avverto che il sacco si è rotto. Ti dico che tuo padre mi sta portando in ospedale e di sbrigarti a prendere il primo aereo disponibile se vuoi arrivare prima che nasca littlefish”
Ovviamente la profezia non si avvera e la sera ci diamo la buonanotte al telefono.
Gironzolo per casa, non mi va di andare a letto… quando sono sola ritardo sempre un po’ la ritirata.. ma questa volta in particolare ho paura di accusare i sintomi del ciclo della notte scorsa.
Temo che a furia di scherzare mi ritrovi col papocchio in mezzo alle gambe come in “Non sapevo di essere incinta” di RealTime.




Improvvisamente sento un colpo secco nella pancia che mi toglie il fiato. Un altro ancora più forte. Tiro su la felpa, sgrano gli occhi. Che cavolo sta succedendo?



Sembra che littlefish là dentro abbia le convulsioni. Sono abituata ai suoi movimenti rapidi e violenti ma questa volta ho la sensazione che mi esca fuori da un momento all’altro attraverso la pelle.
Non smette di agitarsi, mi fa male.
E’ normale, è normale..” continuo a ripetermi ma un po’ d’ansia m’è venuta e cedo a google.
“movimenti strani feto”
Grazie a tutte le donne che si son fatte le pare nei forum.. ora posso dormire tranquilla : è normale che i pargoli facciano i pazzi ogni tanto.

Chissà cosa sta pensando littlefish in questi giorni..
E non mi dite che non pensa , che non sente niente.
Secondo me ha capito anche lui che tra due settimane gli scade il contratto d’affitto e che non sarà rinnovabile.
Il mio globetrotter sa di dover abbandonare ciò che fino ad ora è stato il suo mondo e forse gli manca una guida aggiornata della Lonely Planet per affrontare il prossimo viaggio.
Oppure è più in gamba di me e già conosce i movimenti che deve fare per raggiungere l’obiettivo.

Vado a letto accarezzandomi i bozzi spaventosi che da una parte all’altra mi galoppano nella pancia.
Lo lascio sfogare, aspetto che si calmi.

Caro littlefish, stasera ho scoperto una cosa importante.
Ho provato a guardare con i tuoi occhi, a sentire con il tuo cuore e mi sono accorta che in questi giorni non ho fatto che pensare a me, al miiio travaglio, al miiio parto senza capire che sarà il nostro.
Senza preoccuparmi che anche tu proverai dolore, paura.
Credo che affronterò meglio quel fantomatico giorno se mi ricorderò di tranquillizzare... te.





mercoledì 8 febbraio 2012

consenso informato

Lunedì 6 febbraio ore 15 : appuntamento con l’anestesista.
Davanti all’ospedale spicca una rosa. Sembra esausta ma vittoriosa.



Io e Daniele ci dirigiamo verso gli studi medici. L’impiegata al telefono era stata chiara. “Ottantuno e ottantuno. Venga con l’importo giusto perché non abbiamo il resto”
Ma sì non è questione di recuperare 1 euro e 81 centesimi.. sono quegli 80 euro che sinceramente mi pesano un po’.
Il responsabile del Servizio Anestesia mi fa accomodare dentro la stanza1 e la prima cosa che chiede è: “Allora, cosa vuole fare?”
Ecco il primo istinto è stato quello di non passare per una fifona ma non mi sembrava credibile dichiarare, con la ricevuta di pagamento ancora in mano, che in realtà l’epidurale io mica la volevo fare.
Così farfuglio che ho una soglia del dolore abbastanza alta e mi piacerebbe poter decidere in corso d’opera. Mimo col volto la sofferenza che immagino potrei avere in sala travaglio e alzo il braccio puntando il dito in alto “Scusi, potrei avere l’epidurale?”
Daniele scuote la testa, sta pensando che non riesco mai ad evitare il teatrino.

“Vede” cerco di spiegare al responsabile “l’ostetrica, al corso preparto,  ha detto che se si ha intenzione di fare il parto in analgesia, la cannula va inserita subito.. perciò devo rinunciare all’idea di decidere sul momento, in base alle effettive necessità”

Finalmente mi viene spiegato perché l’urgenza di inserire la cannula.
Condizione necessaria perché l’ago non fori accidentalmente la dura madre è l’immobilità della paziente.
Se le contrazioni si susseguono ad un ritmo molto ravvicinato, sarà difficile poter mantenere la posizione. Occorre avere abbastanza tempo tra una contrazione e l’altra per terminare la manovra con tranquillità, senza rischiare complicazioni.

Mi fa sedere sul lettino per una dimostrazione pratica di quello che avverrà. Mi dice di incassare la testa nelle spalle e mantenere il bacino rilassato. Poi controlla lo stato delle mie vertebre affermando che la mia scoliosi non sia eccessiva e simula la puntura di un ago sulla mia schiena nuda.
“Non sentirà nulla, poiché prima le verrà fatta un’anestesia locale”

Torniamo alla scrivania. E’ il momento di controllare le mie analisi e di firmare il consenso all'epidurale.
L’unica mia preoccupazione era quella di provocare danni alla mia già malandata schiena ma il fatto che le mie vertebrine a zigzag abbiano passato la revisione, mi rassicura.

In modo esauriente il medico spiega che pur nell’eventualità venisse colpita la dura madre, l’unica complicazione sarebbe un forte mal di testa e riposo assoluto (a letto) per una settimana.
Assoluto significa non poter andare nemmeno in bagno, poiché bisogna consentire al foro di rimarginarsi.
Oddio sembra una brutta faccenda, mmh comunque niente di permanente e comunque dai.. te lo sta dicendo solo perché te lo deve dire. Sennò che consenso informato sarebbe?
E’ una formalità: ok firmo!

Succede che torno a casa, ceno, sbircio qualcosa in tv e qualcosa nei blog e poi riprendo la cartellina che mi è stata consegnata durante la visita.
E comincio a leggere.
In effetti non avevo letto il documento in ospedale. Il medico compilava il foglio intanto che discutevamo.

“Ho compreso le informazioni circa il tipo di anestesia più appropriato..blablabla…ho compreso che tale trattamento blablablabla… potrebbe essere modificato”.
“Mi è stato spiegato bla blabla blabla… ancora oggi in rarissimi casi complicanze mortali..”
MORTAALI?? o_O
A beh di questo non s’era parlato però!

Chiudo la cartellina e vado a letto.
Ma sì dai.. non è mica la prima volta che firmo sta roba… così... tanto per parar le chiappe a qualcuno ;-)

domenica 5 febbraio 2012

self-control del nono mese


Ieri mi sono fatta controllare dal mio vecchio ginecologo.
Quello da cui, anni fa, io e Daniele ci facevamo dire come e quando copulare.
Quello che dopo un anno di corse a casa a stropicciarci, ci indirizzò ad un taldeitali centro di fertilità di Roma. 
Quando scoprimmo che, in realtà,  il centro fosse chiuso da anni, per noi fu finalmente chiara la sua inadeguatezza a gestire coppie con problemi di fertilità.
Eppure credetemi era un medico affermato, bravissimo.. soprattutto se hai una panza però.

Beh, è successo che due settimane fa ho perso un po’ di liquido, presumibilmente urina.. ma il fatto di sentirmela scivolare tra le gambe mi ha fatto un po’ impressione.

E se fosse liquido amniotico?
Vuoi dire che ti si sono rotte le acque??
Ma in fondo dai.. non era mica una grossa quantità, e poi manca un mese, e poi eppoi  Daniele ha la febbre a 38 e mezzo! non lo farebbero nemmeno entrare in sala travaglio.. No no è pipì

Va bene è pipì ma intanto che i giorni passavano, il tarlo rosicchiava e allora che si fa?
Telefono al mio ginecologo (quello attuale)
Pffuì non risponde, meglio così.. già mi sentivo addosso i suoi occhi sentenziare che fossi iperansiosa.
Invece dopo qualche ora mi  richiama e io un po’ controvoglia confesso la mia preoccupazione.
Tranquilla! Vada in farmacia e prenda una confezione di stick rilevatori  di liquido amniotico. Così se in futuro dovessero ricapitarle episodi del genere, si sentirà più sicura.
Uaao sembra una soluzione perfetta!
Mmmh peccato che si sia dimenticato di dirmi il nome del prodotto. Ma sì.. basta uno sguardo veloce su internet e trovo la parola magica: Kit AL-SENSE

L’idea di indossare un salvaslip in grado di cambiare colore come fossi un’agente CSI… mi aveva già solleticato quando scopro che il kit, in pratica, non è disponibile in nessuna farmacia.
E a niente serve ordinarlo: i fornitori dichiarano di averne terminate le scorte nel 2008.

E vabè, tanto lo sai anche tu che era solo urina… sono passati 10giorni, non è successo niente, littlefish si muove.. è tutto a posto, dai!

Succede che risuccede.
Un colpetto di tosse e ancora quella sensazione di bagnato tra le gambe.
Il mio pavimento pelvico sta cedendo inesorabilmente (perchéééé non hai più fatto gli esercizi di Kegel??) oppure è lui, littlefish, che a furia di craniate sta rompendo il sacco.

E’ venerdì pomeriggio, Roma è in tilt per la neve e il mio ginecologo ha lo studio in una zona impraticabile.

Quell’altro però, abita vicino casa mia.
Recupero il suo numero in rubrica e prendo appuntamento per la mattina dopo.

“Come sta?” Mi chiede, appena mi vede.
Io sono un po’ emozionata.
Tornare in quello studio mi fa un certo effetto.
E’ come incontrare un vecchio professore del liceo, dopo essersi laureati.
Allora non sapevo niente di PMA, non conoscevo veramente il mio corpo e cosa avrebbe dovuto affrontare.
Perciò ora, dopo sei anni, sono felice di dirgli che ce l’abbiamo fatta.
E mi sembra di far felice anche lo spettro della vecchia Alessia che su quel lettino si faceva monitorare inutilmente i follicoli.

Anche il vecchio prof del liceo sembra sinceramente felice per noi.
Lo dimostra una visita molto accurata (collo dell’utero e sacco ok) insieme all’ecografia più dettagliata che abbia fatto in tutta la gravidanza.
L’unica cosa che, credo, non abbia misurato è stato il pistolino di littlefish!
Mi ha ripetuto perfino la flussimetria già effettuata settimane fa e chiesto, alla fine, solo 100euro!
Ero un po’ imbarazzata ma contenta così mi sono accarezzata il pancione e sorridendo gli ho detto “littlefish ringrazia”

A proposito, il mio pesciolino è arrivato a 49cm e pesa 3 kg.. insomma quasi un tonno ;-)
E abbiamo scoperto pure che è un tipetto difficile, o forse era solo imbronciato perché il prof continuava a passargli sopra la sonda e spingere per fargli girare la testa.